L’obesità ed il sovrappeso sono in aumento in tutto il mondo occidentale, le cause sono sicuramente riconducibili ad un’alimentazione scorretta, ma c’è molto altro!
In prima battuta troviamo la predisposizione genetica: avere infatti genitori obesi o in sovrappeso, ci predispone maggiormente al rischio di presentare la stessa problematica. Purtroppo, come ben saprai, se rientri in questa categoria di persone dovrai prestare più attenzione alla tua alimentazione e all’attività fisica.
L’aumento del peso però è multifattoriale, cioè dipende da moltissime cause come: scorretta alimentazione, sedentarietà, farmaci, disturbi ormonali e rapporto conflittuale con il cibo.
Proprio di questo vorrei parlarti: cosa significa avere un rapporto conflittuale con il cibo?
Avrai sentito parlare di fame emotiva o fame nervosa, definita tale proprio perché può presentarsi in particolari momenti, ad esempio se si è arrabbiati, tristi, stressati o semplicemente annoiati. Si mangia in modo eccessivo per solitudine, rabbia, noia, abitudine, mancanza di affetto; il cibo diventa in questi momenti l’anestetico più immediato a portata di mano.
Il problema del sovrappeso ha quindi radici ben più profonde di quel che possiamo pensare. Chi diventa obeso, nel 90% dei casi, ha sviluppato un rapporto conflittuale con il cibo perché soffre o ha sofferto emotivamente. Si instaura quindi un circolo vizioso che segue più o meno questo schema:
mangio perché sto male -> ingrasso -> mi sento in colpa e non mi piaccio o non piaccio agli altri -> soffro -> mangio.
Purtroppo però per trasformare questo circolo vizioso in un circolo virtuoso è necessario un lavoro profondo centrato alla Persona nella sua totalità. Una dieta ben strutturata ed equilibrata, non potrà mai funzionare se non si tengono in considerazione anche le emozioni, la predisposizione al cambiamento e le condizioni di vita della persona.
Ingrassare è spesso un processo doloroso, può creare difficoltà nel rapporto con gli altri e con sé stessi e portare la persona a sperimentare chiusura e isolamento sociale.
Durante una visita nutrizionale il paziente dovrebbe sentirsi libero di esprimersi, compreso e coccolato; l’ascolto empatico e profondo di un professionista della salute può incoraggiare e motivare il paziente a intraprendere il percorso con maggior tenacia e forza di volontà. Non è detto che la strada sia breve e lineare, tutt’altro! Gli errori sono una ricchezza perché insegnano e guidano a trovare strategie migliori e più efficaci!